Il Politecnico di Milano, nell’ambito degli Osservatori sulla Digital Innovation, ha recentemente presentato i dati dell’osservatorio eCommerce B2C in Italia.
Doveroso, forse ripetitivo, è affermare che la pandemia e il lockdown, che hanno segnato il 2020, hanno imposto una trasformazione epocale nel settore dei consumi.
Partiamo dai numeri: il valore dell’ecommerce nel 2020, secondo le stime dell’osservatorio, è di 30,6 miliardi di euro, con una lieve decrescita del 3% rispetto al 2019.Questi dati possono essere spiegati grazie ai nuovi equilibri registrati: laddove il comparto dei servizi – caratterizzato principalmente dal turismo – cala del 47% rispetto al 2019, il comparto dei prodotti aumenta del 31%; andamento positivo registrato in tutti i settori ma in particolare nell’Elettronica di Consumo, nell’Abbigliamento e nel Food & Grocery, quest’ultimo cresciuto del 70%.
Questi dati però portano con sé nuovi elementi distintivi, un pò come se si potesse parlare di una nuova era dell’eCommerce B2C. Prima fra tutti è la dinamicità, non solo nel numero di acquisti ma anche nell’adozione di soluzioni alternative all’eCommerce puro: integrazione con reti di punti di ritiro, conversione di store in magazzini eCommerce a vantaggio di una maggiore prossimità con il cliente ma anche l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Gli effetti della dinamicità si ritrovano anche nel fatto che lo smartphone è stato eletto come il device preferito per fare acquisti on-line; nel 2020 infatti vale il 51%.
L’ecommerce è il principale motore di generazione di acquisti e questo ci porta dritti al secondo elemento: la maturità. Oggi i Web Shopper sono circa 27 milioni (+ 13% rispetto al 2019) ed effettuano molti più acquisti arrivando a spendere, nei casi più assidui, anche 1.500 € all’anno ciascuno.
Tutto questo ci riconduce ad una considerazione necessaria: il settore retail sta subendo una metamorfosi. Si pensi al ridimensionamento dell’infrastruttura fisica che molte insegne hanno operato (la nota catena di abbigliamento Zara ha annunciato la chiusura di 1.200 negozi per aumentare l’investimento in eCommerce di un miliardo di euro), all’ingresso fisico delle dot.com (Il supermercato Amazon Go) e alla ristrutturazione digitale dei negozi in logica omnicanale.
L’insegnamento che possiamo trarne è che è assolutamente indispensabile agire sulla cultura digitale delle imprese di questo settore.